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Piatti Volanti
Abbinamenti tra arte e food a cura dello chef Stefano Bencini che partendo dalla tradizione della cucina toscana, dà vita a rivisitazioni, creando meticciati culturali, fusioni contemporanee, in un tripudio di armonie e contrasti, che esaltano installazioni e spazi della Rocca, portando a cogliere anima segreta.
Polpettine di patate allo zafferano, la stanza si esalta intorno a un piatto
La scuderia del 600′ si riempie di un tripudio di luce e d’oro, fogli, foglie d’autunno, mormorii di parole colorano il pavimento di poesia, si illumina di giallo intenso la tavola apparecchiata con stoffe d’oriente colorate con la curcuma: spezia, colore, alimento che non solo insaporisce ma cura. Il pane alla curcuma di Ciacci e Faraoni diffonde dal centro della tavola i suoi raggi luminosi, i suoi spicchi accompagnano le delicate polpettine di patate impreziosite dallo zafferano dello chef Bencini, contrasto ruvido/soave che incanta. Lo zafferano, come oro prezioso colora stoffe, tinge capelli, illuminando il mondo. Come in un processo alchemico i suoi pistilli lasciati scivolare in una coppa di distillato si fanno nuvola d’oro. Arance come soli al tramonto evocano la raggiera della Rondella del Brunelleschi, energia che si irradia accompagnando il Pan di Duccio (Ciacci e Faraoni) insolitamnte condito con olio all’arancia e al mandarino, rivisitazione di antiche merende.
L’insalata: l’incontro delle differenze
Come può mancare nel menù l’insalata? Espressione di arricchimento e meticciato multiculturale, esaltazione di contrasti e legami che si armonizza in mutevoli relazioni, è piatto dinamico che esprime l’anima ospitale del castello che fa dell’incontro con l’altro arrivato da lontano la sua missione. Sotto il capitello delle quattro stagioni del palazzo dei Franzesi il “figlio dei fiori del medioevo” scolpito sulla pietra invita: fate l’amore non fate la guerra: “uva, sedano, formaggio, noci e melagrana” insalata dello chef Bencini tributo alle stagioni, esalta la differenza dei singoli componenti all’interno di una ciotola, armonia del cerchio.
Crostino tra pietanza e piatto
Nella cappella longobarda, dove affondano le radici degli antichi guerrieri, volano delicate dagli spartiti musicali, note come lievi uccellini. Il crostino, forma leggera, veloce è unione tra pietanza e piatto. Zucchine, caprino al miele accompagnate dal tocco intenso di un pomodorino secco su olio d’oliva che come un pettirosso pare posato pronto a spiccare il volo. Accompagnato dal vino di Montalpruno Con-te, la cui anima è terra che vola. Le Storm: le famose sedute della Segis, reinterpretate da Donatella Bagnoli danno vita a Storm-o rivelando la loro natura volatile.
Skin l’arista marinata
Rivisitazione dello chef Bencini di una grande tradizione fiorentina esalta con il suo colore rosato le pareti di mattone del dormitorio, pelle del castello si con-fonde con la pelle dell’uomo, facendosi Temporary relationship di Manuela Mancioppi, abiti rosa carnacino da indossare-abitare, che portano in sé i segni del corpo: capezzoli-ombelico, dare-ricevere, scambio relazionale, in una stanza dove il contatto con la pelle dell’altro si fa abbraccio e la pelle del castello si fa dimora.
Lucus
Nel donjon, torre rotonda dei Franzesi, il Lucus bosco sacro riluce in memoria di antiche presenze. Opera di Gianni Gronchi: ogni albero, un uomo. Perticaia, antico cimitero longobardo si innalza verso la cupola, cielo in una stanza, i cui cerchi concentrici evocano orbite dei pianeti, labirinto di una foresta dove l’uomo si perde cercando se stesso. Degustazione abbinata a cura di chef Bencini: fico all’aceto balsamico richiama la perdita del Paradiso. Che sia il fico e non la mela il frutto della conoscenza?